Grand Hotel Cocumella non è un albergo come altri, non è un luogo come altri.
Ne rimase estasiato anche Sigmund Freud che all’inizio del Novecento soggiornò al Grand Hotel Cocumella sul golfo di Napoli. In una lettera datata 3 settembre 1902 scrisse “Sugli alberi d’ arancio scintillano i frutti dorati. Uno di questi alberi è diventato di uno strano colore: si è lasciato ricoprire da una clematide, i cui fiori sono delle enormi campane blu. Immagina tutto questo. Laggiù c’ è Napoli, le cui luci la sera sono più belle di quelle di Vienna viste da Bellevue. L’insieme è magnifico. Impossibile muoversi per andare a vedere altri paesaggi. I nostri giorni qui sono stati consacrati al mare e al dolce farniente”.
Ne rimase estasiato anche Sigmund Freud che all’inizio del Novecento soggiornò al Grand Hotel Cocumella sul golfo di Napoli. In una lettera datata 3 settembre 1902 scrisse “Sugli alberi d’ arancio scintillano i frutti dorati. Uno di questi alberi è diventato di uno strano colore: si è lasciato ricoprire da una clematide, i cui fiori sono delle enormi campane blu. Immagina tutto questo. Laggiù c’ è Napoli, le cui luci la sera sono più belle di quelle di Vienna viste da Bellevue. L’insieme è magnifico. Impossibile muoversi per andare a vedere altri paesaggi. I nostri giorni qui sono stati consacrati al mare e al dolce farniente”.